domenica 3 febbraio 2013

GARMIN 810 TEST AND REVIEW

Thanks to Mark Gaglione of Garmin Malta I had the opportunity to test this awesome new device of Garmin, conceived for cyclists who want to track their workouts and refine their training.
I know the Garmin products quite well, starting from the aeronautical GPS I use for my job (496), going through the state of the art device for triathletes, the 910XT, to the 705 I use for cycling and mountain biking. (or I "used" beeing very tempted by this new 810)
This is the reason why I was very surprised by the innovation brought by this new 810.
The device itself seems to have the same size and shape of his precedessor, the 800, but it shows some new features which I have been testing during some bike rides, both MTB and road.
The bike mount is exactly the same as the 800, 910xt and other Garmin devices, it can be simply attached to the bike stem or handlebar with the provided rubber bands.
Once the device is switched on it shows a new graphic layout, all the other functions are similar to the 800, like the input of different bikes, the setting of the different pages to be displayed and the fast and reliable satellite search.
In the main display mode we have another nice innovation, the user can choose between a "Race" and a "Train" function, having to different page layouts according to the user's preferences.


                          

The MAPS function is complete as usual, a specific sd card can be inserted in the 810 to have a more detailed map display or to download maps from the net.
The main innovation is the possibility to link this device to a smartphone through a free "APP" called Garmin Connect which can control some of the new "live track" features.
I have downloaded the Mizieb mountain bike race track from Facebook, sent it to the device via the garmin connect APP of the smartphone and used it during the race survey last Saturday... Awesome, no use of cables, computers, USB connections, just a simple click on Facebook.








(Sorry for the Italian Layout of my iPhone)

Once the 810 is connected via bluetooth the garmin connect application shows the different menus to handle the live tracking, choosing whether to share the tracking on facebook, twitter or directly on garmin connect sending an invitation link to a specific email address.








Once the Live Tracking has started (for example on Facebook) all those who want to track the ride can do it easily directly from the user's facebook page


As example this is my facebook personal page where the link is displayed, clicking on it as we normally do with other applications we will be switched to a real time map display showing every movement tracked by the 810 through the smartphone's internet connection.
Needless to say that if you want to prevent your wife or girlfriend to know every movement you are doing you'd better switch the live tracking OFF...







From the smartphone's Garmin Connect APP the 810 can also receive weather information and forecast which are displayed on top, together with the useful battery percentage and the time, which are not displayed on my old 705.




To have an idea of the dimensions I made a comparison between the 810 and my 705, the new device is also much lighter and shows a nice "EDGE" graphics all around the case.



In the MAP feature the user can memorize his own POI's or download the ones close to the area where he will be riding directly from the internet.
Obviously the 810 supports all the ANT+ connections with Heart rate strap, cadence sensor and other sensors.

Performing a navigation on a downloaded map is easy and accurate, the device "beeps" every time a turn is approaching and also when off-track.
Another feature I found useful is the "movement sensor", with the old 705 every time I restarted my ride after a break (mostly during long MTB rides), i kept forgetting restarting the timer, losing part of the tracking.
If you forget on the 810 it beeps showing a message "movement detected, start the timer"...  Fantastic.

I will update the review during my future rides, trying to find out all the "user friendly" possibilities of this new Garmin product and performing a more extensive study on the live tracking and connectivity  of the 810.



domenica 30 gennaio 2011

La moto

Come si può definire il rapporto che intercorre tra un essere umano ed un insieme di metallo e plastica, di rumore e potenza?
In teoria una creatura con i pollici opponibili ed una lunga evoluzione alle spalle non dovrebbe tornare indietro nel tempo ed adorare feticci inanimati o compiere gesti rituali al solo fine di compiacere una non meglio definita entità.
Questo però è quello che succede ai motociclisti, essi si stupiscono nel ritrovarsi nella penombra di un garage mentre parlano con la loro moto.
Non è certo solo questo ciò che rende un vero motociclista una persona dalle strane abitudini ed ancora più strani rituali.
I motociclisti veri si salutano quando si incrociano per strada facendo fiammeggiare gli occhi delle creature che cavalcano indomiti, si danno mutua assistenza in ogni parte del globo se si trovano in difficoltà, si ritrovano sempre negli stessi luoghi, dove parlano soltanto di moto.
Sono convinto che spesso due persone che nella vita normale non si sopporterebbero quando si incontrano in sella ad una moto e condividono una passione riescono a trovare un punto di incontro che gli permette di socializzare.
Un vero "biker" gode quando durante il suo viaggio fronteggia difficoltà che ad un normale essere umano sembrerebbero pazzesche, egli vuole attraversare uragani, percorrere migliaia di kilometri, fermarsi in posti dove poter ammirare il paesaggio, ma solo se ha con se la sua moto...
Fa fotografie della moto al tramonto, della moto sul mare, della moto sporcata dal viaggio.... fotografa solo lei e documenta le cose che vuole condividere con le persone care.
Per questo una moto non può essere considerata un ammasso di ferraglia inanimata, è il mezzo ed il tramite tra tra esseri umani diversi, è un rimedio naturale alle incomprensioni, è un mezzo di fuga dai problemi (che ovviamente ti aspettano al ritorno).
Un viaggio in moto tiene conto del percorso, è il viaggio stesso, la destinazione molte volte non conta, anche perché l'unica destinazione che un motociclista si prefigge è il punto di partenza, tutto quello che viene in mezzo va bene....
Io stesso mi sorprendo nel mio garage con uno straccetto in mano a togliere inesistenti granelli di polvere dalla moto mentre le parlo sottovoce, a fumare una sigaretta seduto sul panchetto da officina accanto a lei, ad osservare se sta bene, se ha bisogno di qualche carezza ulteriore..
Sono convinto però che lei (dovrei dire loro visto che sono tre), mi ripaga delle attenzioni che le do, riuscendo a darmi sensazioni uniche e profumi di libertà...
Il freddo, la pioggia, le difficoltà, per un motociclista sono solo cose che rendono il suo viaggio più interessante e memorabile.
Se i potenti del mondo fossero tutti motociclisti vivremmo sicuramente in pace ed in armonia

Running in Sarajevo

Era da tempo che volevo condividere in rete alcune mie esperienze di vita, ho sempre desiderato scrivere, ma come di solito accade si rimanda sempre il momento di buttare giù le prime parole.
Durante i miei viaggi nel mondo mi è sempre venuto in mente qualcosa che avrei voluto fissare in un diario, oppure, come in questo caso, sulla grande ed infinita rete....
Il mio lavoro mi ha permesso di vedere posti altrimenti quasi inaccessibili, di quelli che si leggono sui libri di avventure o nelle notizie di cronache di guerra, luoghi lontani come l'Iraq, l'Antartide, il Libano e molti paesi dove la guerra non c'è più, ma dove ha lasciato tracce indelebili nelle persone e nei ricordi di ognuno di noi, come Sarajevo appunto
Ovunque vado porto sempre con me le mie scarpe da corsa, il running è lo sport più popolare e democratico che ci sia, basta mettersi le scarpe e partire, non importa la meta, quello che conta è il percorso che si segna sulla strada e dentro noi stessi.
Perché correndo si pensa, si vedono cose che normalmente passando di fretta con i nostri mezzi a motore ci sfuggono, si notano particolari invisibili a tutti coloro che fanno del loro viaggio solo un pezzo di strada tra la partenza e l'arrivo.
Fu proprio durante una breve missione in Bosnia, quando ormai la guerra era solo un ricordo, che durante la mia corsa quotidiana mi trovai a realizzare all' improvviso, in mezzo ad un grande gruppo di palazzi popolari, che stavo percorrendo strade dove tanta gente era morta colpita dalle granate e dai cecchini, e che tutto ciò era accaduto solo pochi anni prima di quel giorno.
Le tracce lasciate dalla guerra dei Balcani erano ancora vive, i fori dei proiettili sui palazzi, i buchi delle cannonate in corrispondenza degli appartamenti dove si rintanavano gli "Snipers",  i segni degli "Shrapnel" sui marciapiedi che adesso venivano calcati dalle morbide suole di una persona ignara che pensava, quel giorno, di fare soltanto una corsetta...
Durante quella corsa a Sarajevo ho realizzato che la vita è un bene prezioso e che si deve fare tesoro delle esperienze vissute mettendosi in gioco e, soprattutto, avendo una grande capacità di critica e di autoanalisi.

sabato 29 gennaio 2011

Perché questo titolo?

SPEEDISLIFE. Questa frase mi accompagna da tempo, venne coniata da un collega Pilota della Navy degli Stati Uniti durante una visita alla portaerei Roosvelt, ancorata nel golfo di Napoli.
Scott, questo era il suo nome, alla fine della visita consegnò nelle mie mani di giovane allievo un suo biglietto da visita, sul retro c'era scritto "Always remember, Speed Is Life".
Ero come sempre in compagnia del mio fraterno amico Maurizio, MAUI, e da allora facemmo nostro il significato di quelle parole.
Per chi svolge la professione di Pilota la velocità è sinonimo di sicurezza, nella vita di tutti i gorni invece rappresenta uno stile di vita differente, che tende a cogliere dalla nostra esiostenza quante più esperienze possibili.
Speedislife è quello che ha contraddistinto le nostre vite, velocità in moto, in volo, nella vita in generale.... Abbiamo sempre guardato con diffidenza quelli più "lenti", perchè sapevamo che non avrebbero avuto il tempo di apprezzare tutto ciò che la vita poteva offrirgli.
Sono contento che anche Maurizio abbia voluto percorrere a manetta aperta il giro di pista che la vita gli ha concesso, perchè quando un tuffo con il suo aereo nel mare adriatico ha segnato il suo traguardo lui ha visto la bandiera a scacchi da vincitore passandole davanti in impennata....
Non ha perso un attimo di quei 38 anni, a volte ci sembrava di essere troppo superficiali, o di non avere cura del denaro guadagnato, di essere troppo immaturi...
Io ritengo che questa sia stata una fortuna per entrambi, abbiamo trovato la nostra strada, abbiamo una famiglia e dei figli, anche se Rachele lo ha perso a soli due mesi di vita....
Da quando ci siamo separati non dimentico mai di baciare mia moglie ed i miei tre figli prima di uscire di casa, perchè non è mai certo che si possa fare ritorno....